Consiglio Generale FNP Cisl Campania del 3 Maggio 2018

Consiglio Generale FNP Cisl Campania del 3 Maggio 2018

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07/05/2018



Si è tenuto giovedì mattina il Consiglio Generale FNP Cisl Campania. Con inizio alle ore 9:30 nel salone della FNP Cisl Campania, in via Depretis a Napoli, alla presenza dei segretari di Irpinia-Sannio, Caserta, Salerno e Napoli, ha dato il via ai lavori il Segretario Generale Augusto Muro, di cui riportiamo la relazione:

Questo è il primo consiglio generale del 2018.

Il risultato delle elezioni di marzo, ci ha offerto non pochi spunti di riflessione, tra i quali la evidenza di un cambio di paradigma nella espressione del consenso con forze nuove venute prepotentemente alla ribalta e portatrici anche di nuovi bisogni.

Cosa significa ciò per il Sindacato?

Senza addentrarci in discorsi politici di merito, come ha detto Annamaria Furlan i compagni di viaggio non li scegliamo noi, noi che siamo il sindacato del confronto, della concertazione, della capacità di cogliere esigenze e bisogni, e tutelarli e rappresentarli, lo dobbiamo fare con chiunque sia la controparte, perchè non crediamo ci sia una controparte buona e una cattiva, come altri hanno ritenuto.

Il  nostro sindacato, autenticamente laico e di ispirazione cristiana, ha registrato che nell'ultima campagna elettorale è stato del tutto mancante il pensiero cristiano, come è stato del tutto assente il grande tema del Mezzogiorno e la Campania che sta nel Mezzogiorno e per certi versi ne è la capofila, rimane trascurata.

Il segretario nazionale Uil, Barbagallo in un recente articolo sul Corriere Economia ha lamentato la perdita di un ente come la Cassa per il Mezzogiorno, perché quando c'era la Cassa per il Mezzogiorno, il gap Nord-Sud si era di molto ridotto.

Orbene, certamente ipotizzare una nuova cassa per il Mezzogiorno è suggestivo anche per la presenza dello scenario europeo, ma che la distanza tra Nord e Sud sia causata anche dalla mancanza di centri autonomi decisionali pubblici e privati del Mezzogiorno è un fatto.

L'assenza di soggetti che determinano politiche di sviluppo nel Mezzogiorno è inequivocabile e di questa situazione ne risente l'intero paese.

Per cui continuare con una politica che non affronta questi nodi del Mezzogiorno, equivale ad appesantire l'intero paese di una grande difficoltà, che alla fine frena lo sviluppo complessivo.

Ma tant'è, dobbiamo quindi ragionare con gli strumenti che abbiamo, continuare a chiedere un incremento della fiscalità di vantaggio, differenti quantità di risorse, almeno pari a quelle del Nord nella sanità, nelle infrastrutture, nel settore manifatturiero.

E' necessario rivendicare anche a livello europeo questi benefici, altrimenti si favorisce solo la delinquenza organizzata e il Mezzogiorno arranca sempre di più.

Veniamo poi ai pensionati.

I pensionati sono gli unici che non hanno avuto il beneficio fiscale degli 80 euro, pur avendolo richiesto in modo forte, insieme alla Cisl, con una proposta di legge di iniziativa popolare che rimane silente in Parlamento, e che bisogna riprendere.

Ora noi siamo un sindacato che soprattutto negli ultimi 5 anni dal Congresso e dall'Assemblea dei quadri, come Cisl e come FNP abbiamo avuto più di una sberla.

Vi ricordate che il sindacato doveva essere un ferro vecchio dell'800 e di colpi ne abbiamo avuti, tant'è che molta gente ritiene di poter fare a meno del sindacato, perché in fondo non saremo in grado di aggiungere nulla alla loro condizione.

Nulla di più sbagliato.

Il sindacato ha retto il colpo, è rimasto in piedi, forse noi della FNP paghiamo anche lo scotto di troppi decessi, perché la nostra base oggettivamente è anziana.

Abbiamo però impostato unitamente alla Cisl, di cui non dimentichiamolo, siamo il core business non solo per il numero di iscritti, ma anche per una politica attenta, sempre basata sul confronto, sul dialogo e sulla capacità di porre in essere, così come per le categorie, interessanti protocolli di intesa al fine di poter recuperare un ruolo attivo del Sindacato sulle diverse tematiche di confronto.

Vedete, realizzare queste politiche in un quadro complessivo che è fortemente mutato e in cui l'Europa recita un ruolo forte non è facile, eppure la Cisl e la FNP stanno portando a casa una serie di risultati non eclatanti ma concreti: rinnovo contratti, la politica della bilateralità, la riaffermazione che il contratto collettivo nazionale del lavoro e la contrattazione decentrata e territoriale per la produttività, sono centrali nelle dinamiche dei rapporti.

Il nuovo protocollo di intesa tra Fnp, Spi, Uilp e Anci,  contiene una affermazione molto importante, “riconosce ai sindacati dei pensionati la positività della metodologia del confronto e il ruolo negoziale autonomo sia a livello nazionale e regionale che territoriale”.

 Allora una sola riflessione: la Cisl insieme alla FNP ha sviluppato un modo di fare sindacato, basato sui contenuti; Cgil e Uil oggi hanno dovuto abbracciare questa situazione più complessa, più concreta, più aderente alla realtà, così l'azione sindacale ha ritrovato la sua unità di fatto.

Cosa ne viene ai pensionati e ai lavoratori da questi protocolli di intesa che vengono sottoscritti e da una ritrovata unità?

Il riconoscimento del ruolo del Sindacato senza il quale non si portano a casa risultati concreti.

E soprattutto l'affermazione della legittimità del ruolo del sindacato fa emergere la questione della rappresentanza.

La Cisl ha posto questa questione il 10 gennaio 2016 alle controparti pubbliche e private anche perché è necessario fare chiarezza quando si parla di tutela e rappresentanza di interessi, di diritti, di bisogni; chi realmente è delegato a rappresentare i titolari di queste esigenze? Tutto ciò è stato anche ribadito dai recenti buoni risultati delle elezioni RSU nella F.P., nella scuola, nelle aziende.

Vedete, la delega è un negozio giuridico con il quale si delega il sindacato a tutelare e a rappresentare i bisogni della gente.

Non è poca cosa, è un elemento di democrazia partecipata che ci impone la carta costituzionale e che tanti non vorrebbero concederci perché sono più comodi i contatti con benpensanti della società civile, quelli che vengono a rappresentare non si sa a quale titolo i problemi della gente anche nei salotti buoni della RAI, quelli del politicamente corretto.

Il tema della rappresentanza è un tema delicato e i protocolli d'intesa sono la prima risposta importante che rappresenta una vera conquista sindacale propedeutica per le altre acquisizioni.

Per quanto ci riguarda siamo impegnati su: NON AUTOSUFFICIENZA, LOTTA ALLA POVERTA', POLITICHE SOCIALI DI WELFARE, inclusivo e universale, accoglienza e solidarietà per quanti bussano alla nostra porta, un fisco più equo per i pensionati, una sanità più efficiente e rispettosa della gente.

Come vedete la Cisl e la Fnp non sono stati silenti e fermi ma hanno lavorato con il metodo della concretezza e della responsabilità coinvolgendo anche i due sindacati confederali, in una unità fatta di cose concrete e sperimentata ogni giorno sul campo.

Il risultato più importante è il protocollo di intesa con l'Anci, a cui stiamo dando vita in Regione Campania e ve ne informeremo di ogni progresso.

Aver riconosciuto una autonomia negoziale unitaria ci consente di muoverci in piena efficienza, spediti sul territorio, per tutti i momenti di proficuo confronto tra gli ambiti e i comuni.

Oggi non possono dirci più chi siete, cosa volete, ma devono ragionare con noi per sviluppare quel progetto di confronto che viene riconosciuto come unico metodo possibile per lo sviluppo.

Una legge regionale per la NON AUTOSUFFICIENZA, uno sforzo in più per LA LOTTA ALLA POVERTA', sviluppando l'unico provvedimento che sta significativamente dando risultati: il REI, che da luglio sarà ancora più semplice da ottenere, in quanto sgravato di tutti gli orpelli anagrafici, ma riferito al solo reddito della persona.

L'accettazione dell'Anci di un welfare universale, pubblico e solidale, ci mette in condizione di rilanciare sui territori un'azione più incisiva, meglio attagliata ai bisogni della gente. Tutto ciò avrà anche riflessi sull'accoglienza di quanti bussano alle nostre porte.

Vedete, è un lavoro notevole che dopo questi ultimi anni di difficoltà, deve rilanciare la nostra azione per realizzare nei fatti il rinascimento del sindacato. Mi rendo conto che non sarà facile, che i territori saranno esposti, la struttura regionale sarà vicina ad essi per programmare ogni attività e realizzare il massimo.

In particolare è necessario intraprendere un percorso che affronti il nodo che vi è tra sanità e welfare. La sanità troppo spesso in Campania per la sue carenze finanziarie trascura il welfare le cui risorse sono le prime ad essere tagliate, questo anche in campo nazionale. Bisogna tenere distinte le funzioni, essere attenti a che le risorse per il welfare non si perdano come avvenuto per i Pac del primo e del secondo riparto. Ecco perché non siamo d'accordo quando troppo facilmente il governatore ci affascina dichiarando un incremento del 23,4% delle spese di welfare, se poi manca la progettualità necessaria per poter impegnare le risorse. A cosa serve l'incremento? E per la sanità si continua a praticare il ricorso ai privati convenzionati e all'assistenza indiretta elevando i ticket di compartecipazione al massimo.

Ecco perché in cartella vi abbiamo accluso le circolari nazionali n.81 del 23 marzo 2018 e n.26 del marzo 2018 da cui si evince come la sanità pubblica della regione perde appeal e cosa più grave la diminuzione delle spese di compartecipazione dimostra che i cittadini campani stanno rinunciando a curarsi.

Come vedete non vi sono in relazione dati e numeri che indicano la direzione dei flussi economici in aumento o in diminuzione per il welfare, ciò per non appesantirla.

Ma un dato ci piace sottolineare: al sud la spesa pro capite per il welfare è decisamente inferiore al resto d'Italia: 50 euro pro capite annui contro i 166 euro per il nord-est. Ne deriva un aumento del 23% in Italia del rischio povertà, nel Mezzogiorno il rischio è al 46,4%, doppio.

La Campania risulta con 16186 domande al 1° posto nella richiesta del reddito di inclusione. Il peso della disabilità cade tutto sulle famiglie che hanno la sfortuna di avere al loro interno un disabile. Come vedete ecco perché su questi temi la FNP e la Cisl sono fortemente impegnate.

Per questo motivo ho inserito in cartella il rapporto Salva Salute dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Esso è un lavoro utile e ampiamente documentato sulle tematiche che ci interessano da vicino: la speranza di vita, la mortalità precoce, la diminuzione della popolazione italiana attiva, l'aumento degli over 65, la nascita dei cosiddetti giovani-anziani, la non autosufficienza, quindi lo stato generale della popolazione italiana con fonti certificate di informazioni che ci consentirà di sapere meglio e di più del nostro presente e futuro.

Di fronte alle domande “perché devo iscrivermi al Sindacato?” oppure “cosa mi offre il Sindacato?” potremo rispondere in maniera più compiuta e piena. Già oggi l'iscrizione al sindacato riesce ad offrire gratuitamente i servizi Caf e Inas agli iscritti e li assiste per scippi e aggressioni, offre una conveniente polizza assicurativa, siamo in attesa di conoscere i dettagli di una polizza Rc auto molto conveniente; quanto prima ve la comunicheremo al fine di incrementare il proselitismo.

La segreteria nazionale ha voluto mettere in campo un potenziamento della rete dei rapporti con le strutture regionali e territoriali, a favore degli iscritti per favorire il proselitismo mediante la realizzazione di una serie di vantaggi che vanno dalla sfera assicurativa sanitaria, al tempo libero, all'assistenza specialistica a costi irrisori o nulli, che vi saranno compiutamente illustrati da brochure e manifesti appena ce li forniranno.

Il Sindacato si spende in prima persona, raccogliendo l'invito che la regione Campania FNP da alcuni anni porta avanti in ogni sede di confronto; è il momento che il sindacato dia di più perché il bisogno è grande. Di questo sono molto soddisfatto perché i nostri consigli non sono andati dispersi.

Una riflessione sui servizi della Cisl e in particolare per noi della FNP il Patronato Inas e Caf.

Permettetemi di richiamare il vangelo di domenica scorsa e la parabola dei tralci e della vite.

So bene, perché me lo ha detto un amico, che io richiamo sempre il pensiero cristiano, dovrei aggiornarmi con autori più moderni.

Vedete, il pensiero cristiano è la mia cultura di riferimento e lo è anche per molti di noi, inoltre fino ad oggi non mi ha mai tradito, è quindi un'ancora sicura.

Il pensiero dei moderni è profondo e spesso difficile da accettare, ma caduco, perché altri nel tempo lo superano.

Quindi, rimango con la mia cultura, pur rispettando tutti.

Torniamo ai servizi, la loro crisi che si riverbera particolarmente sulla Fnp che ne è il maggiore fruitore, sta proprio, se si guarda bene, nella loro autoreferenzialità.

Volere disciplinare un'attività con caratteristiche libero-professionali mediante un rapporto di lavoro dipendente è sbagliato.

Ogni operatore si avvicina, si professionalizza e dimentica di far parte di un organismo che è la Cisl e le sue categorie.

Si chiude su sé stesso, ritiene che il sapere sia in sé e non vuole concedere password conoscitive a nessuno.

Ciò comporta rallentamenti e difficoltà per tutti e si rende un cattivo servizio agli iscritti che ci addebitano tutto come nostra inefficienza e incapacità.

Mi direte, che c'entra la parabola della vita e i tralci.

C'entra, perché i tralci danno frutti copiosi, quanto più sano, intimo e profondo è il legame con la vite.

Così più condividiamo gli stessi valori e la stessa appartenenza tra Cisl, Fnp e servizi, meglio rispondiamo ai bisogni dei nostri iscritti e dei cittadini che a noi si rivolgono.

Saremo più credibili quanto più la gente troverà in noi persone preparate e appassionate del loro lavoro.

Ecco perché puntiamo molto sulla formazione.  Partirà nel mese di maggio il 3° step del corso di formazione, quello forse più impegnativo perché pone le domande: chi siamo, dove andiamo, che cosa vogliamo ottenere per noi, per la Cisl, per il nostro paese raggiungendo così l'obiettivo del bene comune.

Doverosamente un cenno sul rapporto con l'Anteas in regione Campania, anche a seguito dell'Assemblea Generale Regionale del 27 aprile ultimo scorso.

Il Presidente Gargiulo, dopo aver indicato come scelta portante per l'Anteas, la “fiducia” lente per leggere la realtà e guardare la “prospettiva” futura di sviluppo anche in considerazione del Congresso di Riccione del 28-29 e 30 maggio prossimo, ha indicato tutte le attività svolte in Campania, in ogni territorio, dalle diverse associazioni territoriali e dai loro volontari, in collaborazione con FNP e Cisl.

Raccogliere fiducia, significa essere attrattivi ma è necessario parlare sempre il linguaggio della verità, perché la fiducia impone rigore con il solo obiettivo del bene comune.

Altri spunti interessanti sono venuti dalla lectio del professor Franco Vittoria dal titolo “Generazione argento capitale sociale” che ha indicato nella “umanità” la caratteristica dell'impegno profuso.

Ha sottolineato come la velocità dei nostri tempi non è un bene quando si parla di idee, c'è la necessità di fare riposare le idee non confondendo i social che sono il veicolo delle idee con le idee stesse.

E' un chiaro suggerimento per essere prudenti nel relazionarci agli altri, ai giovani in particolar modo, nella certezza dei nostri valori.

Bisogna valutare attentamente la nuova legge sul volontariato che pone una marcata distinzione tra volontariato e azione sindacale.

E' vero che i decreti attuativi non sono stati ancora pubblicati e quindi bisogna attenderli con prudenza, ma è chiaro che valori comuni di Cisl, FNP e Anteas dovranno realizzarsi con percorsi distinti e non sovrapponibili.

Tanto lascio alla vostra riflessione, unitamente alla considerazione emersa dal discorso del professo Vittoria; un pensiero omologato rende più tranquilla la vita dell'organizzazione, ma toglie il sale del confronto tra posizioni univoche ma distinte.

Quando ciò si è verificato la Cisl, la FNP e le categorie sono cresciute di più, quindi più confronto anche al nostro interno.

Infine, una riflessione sulla celebrazione del Primo Maggio.

Il 1° Maggio “la sicurezza sul lavoro” il tema di quest'anno attuale e drammatico.

Ma in Piazza Plebiscito contemporaneamente, gli autonomi hanno festeggiato il loro Primo Maggio nazionale e sul loro palco il sindaco De Magistris ha gettato i veli, facendo una chiara scelta di campo per il sindacato giallo.

Amici, Napoli e la Campania sono così chiamati a fare i conti con questa realtà.

Non è più un fatto marginale, dobbiamo reagire, stando tra la gente e confrontarci con loro.

A Milano ci sono stati disordini durante il corteo del 1° Maggio, a Parigi, come nel '68, cinquanta anni fa, la manifestazione non si è potuta tenere per episodi di guerriglia urbana.

Il Sindacato è sempre nel mirino, perché è quel soggetto centrale delle moderne democrazie, teniamone conto e agiamo di conseguenza, con prudenza, decisione e fermezza, altrimenti sarà tardi e potremo scivolare in una posizione defilata, anticamera della fine.

Come vedete parliamo di cose concrete, di fatti che ci toccano sulla pelle, come quelli che voi tutti i giorni trovate sui territori e lo facciamo né con il linguaggio del politichese, né con il sindacalese ma con chiarezza, in maniera comprensibile per tutti. Siamo infatti convinti che la nostra azione deve essere mossa da un sentimento profondo di amore per il nostro paese e per la nostra gente, un sentimento profondo capace di dare forza, senso, vita ad ogni azione, perché noi dobbiamo combattere come San Paolo di Tarso “la giusta battaglia”, senza perdere la fede né la buona coscienza.

Grazie

 

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