Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili

Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili

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06/02/2025



Ogni anno circa 4 milioni di donne (bambine in tenera età e ragazze adolescenti) subiscono la mutilazione genitale femminile.

La pratica diffusa soprattutto in determinate zone del mondo, in tribù fortemente legate alla tradizione, è presente anche nel mondo occidentale. Molte infatti sono le donne migrate, che continuano a subire tali pratiche. Il rito segna il passaggio all’età adulta, conferendo alla donna la possibilità di sposarsi e procreare. Chi si sottrae a tale pratica, può anche essere allontanata dal villaggio.

Diverse organizzazioni collaborano attivamente con i Governi per modificare tali norme, proponendo alternative sostenibili. Si registra un’ultima tendenza preoccupante: è sempre più diffuso praticare la MGF nelle bambine che non hanno ancora compiuto 5 anni.

La percentuale di decessi a causa di emorragie o conseguenze dopo la pratica, è in crescente aumento. Occorre dire BASTA per salvare vite.


"Il 6 febbraio di ogni anno si pone all’attenzione mondiale la pratica delle MGF (mutilazioni genitali femminili) che costituiscono una grave violazione dei diritti umani a danno di milioni di donne e bambine in tutto il mondo.

È violazione del diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale, del diritto alla salute fisica e mentale, all’integrità fisica a non subire violenza ed essere sottoposti a trattamenti disumani e degradanti.

Le MGF sono presenti sia nelle aree rurali che urbane in paesi africani e del medio Oriente e fra popolazioni immigrate nei paesi occidentali. Questo fenomeno che non ci appartiene culturalmente, non è lontano da noi perché riguarda donne che vivono accanto a noi, con cui andiamo a scuola, cresciamo, lavoriamo e incrociamo ogni giorno per la strada.

Il termine mutilazione evidenzia la gravità, la pericolosità di pratiche cruenti che lasciano cicatrici fisiche ed emotive profonde, con conseguenze psico-fisiche devastanti.

Nell’origine di tali crudeltà si celano complesse motivazioni sociali e culturali, antropologicamente legate alla costruzione dell’identità di genere ed appartenenza comunitaria, come se essere nata con connotati biologici femminili non fosse sufficiente.

Le MGF sono una tradizione tramandata dalle famiglie e dalle comunità, investite del valore di una norma sociale e regole culturali che vengono interiorizzate dalle donne e la dismissione della pratica viene percepita come una vergogna e rischio di esclusione dal gruppo d’appartenenza.

Le MGF sono una componente fondamentale del matrimonio, entrando a far parte della ricchezza della sposa (bride price) e la garanzia della purezza e dell’inviolabilità comporta un aumento della transazione economica fra le famiglie.

È difficile l’attuazione di molte leggi approvate per contrastare questa piaga.

Mentre le giovani donne, specialmente negli istituti scolastici, possono condividere la loro dolorosa esperienza e denunciare le concezioni errate e i ruoli di genere stereotipati prevalenti nelle loro famiglie.

Occorrono sforzi continui e coordinati di interventi internazionali, nazionali a quelli nelle comunità, riconoscendo altresì che le Legislazioni, le politiche nazionali formulate dalle autorità governative non sono sufficienti per decretare la fine della pratica e che la decisione di abbandono di tali crudeltà deve scaturire dall’ empowerment delle comunità, in particolare delle donne".


La Coordinatrice Nazionale FNP Politiche di Genere

Eva Santangelo


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