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16/10/2024
“Chiediamo che la manovra da 30 miliardi, annunciata ieri dal Governo, non cada nella tentazione di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei pensionati, considerati ormai come veri e propri ‘tappabuchi’. Già esclusi dal Bonus di Natale concesso ai lavoratori dipendenti, pensionate e pensionati non possono e non devono subire altri tagli ai loro assegni. Pertanto chiediamo al Governo la piena rivalutazione di tutte le pensioni ripristinando il metodo degli scaglioni previsto dalla legge”: lo ha dichiarato Emilio Didonè, segretario generale della Fnp Cisl all’indomani del Cdm che ha annunciato le misure previste nella prossima legge finanziaria.
“Da circa 20 anni sulle indicizzazioni delle pensioni ci sono stati molti interventi, spesso contraddittori e con l’unico scopo di produrre risparmi e non finalizzati a sostenere lo stesso sistema previdenziale; in alcuni periodi le pensioni non hanno ricevuto alcuna perequazione, mentre in altri le prestazioni hanno subìto differenti indicizzazioni che hanno tuttavia prodotto una riduzione strutturale e non più recuperabile nel valore delle prestazioni, il cosiddetto ‘effetto trascinamento’, facendo perdere ai pensionati tra il 20-30% del loro potere d’acquisto, con una chiara violazione del patto che c’è tra loro, il Governo e le Istituzioni. È ora di garantire ai pensionati una pensione degna di questo nome, rivalutata al costo della vita che aumenta sempre più.” “Le pensioni – continua Didonè - non sono un regalo ma vero e proprio salario differito di ex lavoratrici e lavoratori, dipendenti ed autonomi, che hanno versato contributi per tanti anni. I tagli che vengono fatti alle stesse ledono la loro dignità e vanno al di là dei princìpi costituzionali della ragionevolezza e della temporaneità, così come dimostrato anche dalle sentenze della Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione che, nel corso degli anni, si sono espresse negativamente nei confronti dei tagli all’indicizzazione.”
“Ribadiamo con forza - ha ancora affermato Didonè - la necessità di riconoscere un’indicizzazione piena di tutte le pensioni per non penalizzare i nonni e le nonne che hanno sempre rispettato le regole e hanno significativamente contribuito con il proprio impegno sociale e pagando le tasse all’erario dello Stato. In questa direzione, auspichiamo che, allo scadere dell’attuale meccanismo di rivalutazione, venga recuperata la rivalutazione completa delle pensioni secondo il modello a scaglioni della L. 388/2000, cosi come modificata dalla L. 160/2019 (Legge di Bilancio 2020), in quanto più favorevole per i pensionati poichè fonda le proprie ragioni su due princìpi fondamentali: la salvaguardia di tutte le pensioni, mettendole al riparo dall’inflazione, e il sostegno delle situazioni di maggior disagio sociale di coloro che percepiscono trattamenti previdenziali minimi. In generale, riteniamo che il Governo debba affrontare più seriamente e presto il tema della previdenza, a cominciare dalla separazione della previdenza dall’assistenza. Inoltre vanno sanate tutte quelle situazioni di iniquità esistenti nei confronti dei pensionati quali, ad esempio, la pressione fiscale che grava in modo rilevante su tutti trattamenti pensionistici rispetto agli altri Paesi europei; il differimento del pagamento del TFS/TFR dei pubblici dipendenti in quiescenza, oltre alla difficoltà di questi ultimi di vedersi riconosciuti i benefici a seguito dei rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego e, da ultimo, l’ennesima esclusione della categoria dei pensionati dal Bonus Natale, presente nel decreto Omnibus dopo aver già subito l’esclusione dal bonus Renzi.”
“Serve una riforma complessiva – conclude Didonè - che preveda pensioni più alte per tutti, per allontanare le paure e le preoccupazioni della vecchiaia, e interventi urgenti su previdenza complementare e pensioni contributive di garanzia a sostegno delle nuove generazioni.”