RSA, le indicazioni dell’ISS perché la persona e i suoi bisogni siano posti sempre al centro del processo di cura

RSA, le indicazioni dell’ISS perché la persona e i suoi bisogni siano posti sempre al centro del processo di cura

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20/04/2021



L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è l’organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale che, attraverso specifici gruppi di lavoro costituiti nel corso dell’epidemia da SARS-CoV-2, ha prodotto anche una serie di documenti sul tema delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

Nel rapporto "Assistenza sociosanitaria residenziale agli anziani non autosufficienti: profili bioetici e biogiuridici" il gruppo di lavoro Bioetica COVID-19 ha scelto di mettere a tema gli aspetti bioetici e biogiuridici dell’assistenza alle persone non autosufficienti e disabili. La bioetica è una nuova disciplina che si occupa di esaminare criticamente i problemi morali, giuridici, sociali, sollevati dallo sviluppo della medicina e della biologia, ma anche dell’ecologia e dell’etologia.

Questo documento, redatto con la collaborazione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, propone una riflessione etico-giuridica sulla tutela dei residenti nelle strutture socio-sanitarie, specialmente in condizioni emergenziali, che incoraggi pratiche uniformi su tutto il territorio nazionale in grado di mettere al centro la persona e i suoi bisogni. Qualunque forma di istituzionalizzazione, infatti, per via del carattere di totalità della presa in carico, può porre a rischio il rispetto dei diritti fondamentali delle persone assistite, soprattutto in conseguenza alla perdita della capacità di autodeterminazione o dell’assenza di riferimenti familiari di sostegno, nonché in presenza di una rete di servizi territoriali poco efficace.

L’azione del Garante Nazionale si estrinseca proprio nella salvaguardia dei valori contenuti nell’art. 3 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Essi riguardano: il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone.

In Italia, secondo l’ISS, circa 21 anziani ogni 1.000 sono residenti in strutture sociosanitarie e circa 210mila si trovano in condizione di non autosufficienza (16 ogni 1.000 anziani residenti). Le strutture residenziali di accoglienza per anziani non autosufficienti sono ad oggi 7.829. La popolazione dei residenti nelle strutture sociosanitarie è sempre più composta di persone molto anziane e fragili, la grande maggioranza delle quali presenta qualche tipo di impoverimento cognitivo che ne pregiudica la capacità di partecipare pienamente alle decisioni che riguardano la propria salute. Un’indagine condotta dall’ISS negli anni 2015-19 su un campione di 330 RSA, ha rivelato che il 26% dei residenti risultava affetto da demenza.

Dunque, sia le “questioni etiche quotidiane” come il rispetto dell’autonomia, il consenso informato, l’uso della contenzione fisica e farmacologica, la gestione del dolore, la comunicazione con i familiari, sia le “grandi questioni etiche” come le decisioni sul fine vita, assumono notevole rilevanza nel quadro generale della tutela del bene e dei diritti dei residenti.

Il Rapporto cerca di fornire alcune indicazioni utili agli addetti ai lavori della sanità e del sociale, comprese alle stesse RSA, affinché la persona e i suoi bisogni siano posti sempre al centro del processo di cura e sia valorizzata la sua autonomia (o autonomia residua) e indipendenza. Viene quindi proposta una Carta dei diritti della persona anziana con particolare riferimento al lavoro svolto a livello europeo, che ha portato alla realizzazione della “Carta Europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane che hanno bisogno di cure a lungo termine”.

Ci sembra molto positivo che finalmente, e purtroppo a causa dei drammatici fatti che conosciamo, le strutture residenziali per le persone anziane e disabili entrino a pieno titolo nell’analisi e nello studio da parte di istituzioni nazionali importanti come l’Istituto Superiore di Sanità.

Siamo però sempre molto amareggiati e preoccupati dalla grande distanza che separa la ricerca, le buone norme legislative e il loro essere disattese in generale, e nello specifico dalle RSA (vedi ad esempio l’esigua riapertura delle visite in sicurezza, dopo la Circolare del Ministero della Salute del 30 novembre 2020), che, nonostante siano sempre più al centro dell’attenzione politica, sociale e sanitaria, continuano ad essere poco controllate e scarsamente monitorate dagli organi competenti, sia nazionali che locali

ASSISTENZA SOCIOSANITARIA RESIDENZIALE AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: PROFILI BIOETICI E BIOGIURIDICI

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